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Cosa è il Defibrillatore ?
La caratteristica peculiare che contraddistingue il Defibrillatore Semiautomatico Esterno (DAE)
è la sua estrema facilità d'uso.
Il DAE, infatti, svolge in maniera totalmente automatica la parte prettamente "medica" dell'intervento sulla vittima,
lasciando al soccorritore esclusivamente il compito di applicare gli elettrodi e di erogare la scossa,
se necessaria, seguendo le istruzioni.
Questa è la ragione per cui il Legislatore ha consentito l'uso del DAE anche a personale non sanitario,
purchè debitamente addestrato con un corso BLS-D.
Come si usa il Defibrillatore ?
Vediamo ora in maniera sintetica come si utilizza un Defibrillatore Semiautomatico (DAE).
In presenza della vittima di Morte Cardiaca Improvvisa, il soccorritore,
dopo aver eseguito le manovre preliminari previste dalle Linee Guida per la Rianimazione Cardiopolmonare,
deve accendere l'apparecchio e lasciarsi guidare dalle istruzioni vocali.
Prima di procedere con la defibrillazione è necessario eseguire un ciclo di Rianimazione Cardiopolmonare (RCP)
con 30 compressioni e 2 insufflazioni per circa 2 minuti.
Sequenza operativa per l'applicazione del defibrillatore semiautomatico esterno
Dopo aver individuato l'indicazione all'impiego del defibrillatore, il
soccorritore deve assicurasi che non esistano pericoli e controindicazioni al
suo utilizzo e deve provvedere all'accensione dello strumento già posizionato di lato al paziente.
Solo in tal caso si può dare avvio alla sequenza che inizia con la fase di analisi del ritmo cardiaco secondo un
processo gestito automaticamente dallo strumento.
Sarà quindi l'apparecchio medesimo a guidare l'operatore nelle fasi successive del soccorso.
Si distinguono 4 fasi corrispondenti ai principali momenti della sequenza di utilizzo del defibrillatore semiautomatico:
- 1. PRIMA FASE: preparazione dello strumento e collegamento dello stesso al paziente
- 2. SECONDA FASE: analisi del ritmo
- 3. TERZA FASE: erogazione della scarica elettrica
- 4. QUARTA FASE: pausa per le manovre di verifica delle funzioni vitali ed eventuale manovra di RCP
La prima manovra da compiere è l'applicazione degli elettrodi autoadesivi sulla cute del paziente.
Un elettrodo va posto sotto la clavicola destra mentre l'altro al di sotto dell'area mammaria sinistra
lungo la linea ascellare anteriore.
E' fondamentale che aderiscano perfettamente alla cute, per cui se questa è bagnata va asciugata,
vanno rimossi eventuali elementi che si interpongano al contatto (ad esempio cerotti)
e se il torace è particolarmente villoso sarebbe opportuno radere le aree dove si posizionano le piastre.
Una volta posizionati gli elettrodi, il DAE esegue automaticamente l'analisi del ritmo cardiaco.
Già in questa fase, per evitare interferenze, il soccorritore e tutti i presenti sono invitati
dalla voce del Defibrillatore ad allontanarsi dal paziente.
Il rispetto delle norme di sicurezza è fondamentale e ne è responsabile diretto il soccorritore.
Se il DAE riconosce un ritmo cardiaco defibrillabile annuncia "shock consigliato",
si carica in pochi secondi ed, emettendo un suono di allarme, invita con comando vocale ad erogare lo shock.
A questo punto il soccorritore si accerta che nessuno, lui compreso, tocchi il paziente,
dopodiché eroga la scarica premendo il pulsante che lampeggia.
La scarica non va in nessun caso erogata se vi è il sospetto che vi siano pericoli per la sicurezza
(ad esempio paziente e soccorritori a contatto con una pozza d'acqua o con una struttura in metallo).
Dopo l'erogazione della scarica il Defibrillatore invita con comando vocale a riprendere immediatamente
la Rianimazione Cardiopolmonare (RCP) che il soccorritore deve eseguire per 2 minuti.
Dopo 2 minuti dalla prima scarica il DAE procede nuovamente con l'analisi del ritmo cardiaco,
durante la quale la RCP può essere interrotta per non interferire con il DAE.
Se persiste un ritmo defibrillabile il Defibrillatore comunica nuovamente "shock consigliato"
e riprende la procedura precedentemente esposta.
Nel caso di un ripristino del ritmo cardiaco elettricamente corretto, o evoluzione in asistolia,
il DAE indica "shock non consigliato" ed invita a riprendere immediatamente le manovre di RCP per altri 2 minuti.
I cicli di RCP non vanno mai interrotti se non per consentire al DAE l'analisi del ritmo o
in presenza di chiari segni di ripresa del circolo (il paziente riprende a respirare).
Questo è importante perché anche dopo una defibrillazione efficace (ripristino di un ritmo valido),
è necessario circa 1 minuto prima che il cuore sia in grado di generare un polso valido ed un adeguato circolo.
Durante questo periodo, se non si sostiene il circolo con l'RCP, si può avere un rapido ritorno alla
fibrillazione ventricolare.
Inoltre è dimostrato che il massaggio cardiaco di per sé non induce la fibrillazione ventricolare
e non è pericoloso anche in presenza di circolo spontaneo.
Casi particolari
Note per casi particolari.
7.1 Età pediatrica
Per quanto riguarda l'utilizzo del defibrillatore, le linee guida dell'American
Heart Association raccomandano di non utilizzare i DSAE attualmente
disponibili in commercio nel soccorso a pazienti con un peso corporeo
inferiore a 25 Kg o un'età inferiore agli 8 anni.
Per i bambini di età superiore agli 8 anni e con un peso corporeo superiore
a 25 kg valgono le procedure operative stabilite per l'adulto.
7.2 Ipotermia
I pazienti in FV con temperatura corporea interna estremamente bassa
(inferiore a 30°C) solitamente non rispondono adeguatamente alla
defibrillazione. Anche se spesso i primi soccorritori non hanno
l'equipaggiamento adatto per valutare la temperatura corporea interna,
non si deve rinunciare alla defibrillazione del paziente ipotermico in
Fibrillazione Ventricolare.
Pertanto, se non è ancora intervenuto il personale qualificato in grado di
applicare le procedure di tipo "ALS", i soccorritori in possesso di
Defibrillatore Semiautomatico dovranno procedere all'applicazione del
protocollo previsto per la eventuale defibrillazione precoce.
La sequenza va limitata solo ai primi 3 shock, poi proseguire con manovre
di RCP, in attesa che giunga in posto il personale medico specialistico in
grado di procedere alle manovre ACLS. Diversamente è necessario seguire
le indicazioni della Centrale Operativa 118.
7.3 Arresto cardiaco associato a trauma
Vi è la possibilità di riscontrare una FV anche in una persona
vittima di evento traumatico, anche se non è tipico, in tali casi il più delle volte l'insorgenza
dell'aritmia è precedente all'evento traumatico stesso.
Anche nel soggetto
traumatizzato in arresto cardiaco vi è indicazione all'applicazione del
defibrillatore semiautomatico ed all'attivazione della procedura della
defibrillazione precoce nel caso sia riconosciuta una Fibrillazione
Ventricolare. Si sottolinea che le manovre di RCP nel traumatizzato in cui
l'indice di sospetto sia significativo per una lesione a carico della colonna
cervicale, è controindicata l'iperestensione del capo mentre è indicata
l'immobilizzazione del capo in posizione neutra e l'apertura delle vie aeree
mediante sublussazione (o protrusione) della mandibola.
7.4 Paziente in acqua
Il paziente in arresto cardiocircolatorio,rinvenuto in un ambiente in cui è a
contatto con acqua (annegamento, malore in vasca da bagno, in caso di
pioggia, ecc.) va rapidamente posizionato su una superficie asciutta.
Devono essere rimossi gli indumenti bagnati del tronco, il suo torace va
asciugato e deterso prima di applicare le piastre per la defibrillazione.
7.5 Donna in gravidanza
Il protocollo della defibrillazione precoce mediante apparecchio
semiautomatico nel trattamento della paziente gravida in arresto
cardiocircolatorio non differisce da quello ordinario.
Le manovre di RCP vanno eseguite mantenendo possibilmente la paziente
ruotata di 20 gradi circa sul lato sinistro per ridurre la compressione
dell'utero sulla vena cava e garantire un maggiore ritorno venoso al cuore.
7.6 Paziente portatore di pace-maker
Alcuni pazienti affetti da particolari cardiopatie, possono essere portatori di
un'apparecchiatura elettromedicale (il pace-maker) impiantata in zona
sottocutanea di regola in corrispondenza della regione toracica anteriore –
superiore di sinistra.
In tali casi è rilevabile, in sede d'impianto, un piccolo rigonfiamento di
consistenza dura e la conferma potrebbe derivare anche dalla eventuale
testimonianza di persone che conoscono il paziente (di regola i familiari) se
presenti sulla scena.
Nei portatori di pace-maker bisogna evitare di porre le placche adesive
sulla superficie cutanea soprastante tale apparecchio.
Infatti una scarica elettrica erogata dal defibrillatore che raggiunga il
muscolo cardiaco attraversando direttamente un pace-maker potrebbe
provocare un malfunzionamento del pace-maker stesso e ridurre l'efficacia
della defibrillazione.La presenza del pace-maker non controindica
comunque l'attivazione del protocollo della defibrillazione precoce nel
paziente in arresto cardiaco.
N.B.:
In una persona in arresto cardiocircolatorio il pace-maker può continuare a funzionare generando impulsi che possono apparire al
display del defibrillatore ed essere erroneamente interpretati come attività cardiaca valida.
In tal caso il soccorritore non deve farsi trarre in inganno, ma deve eseguire scrupolosamente
quanto impartito dai messaggi vocali e visivi impartiti dallo strumento.
L'assenza o presenza di attività cardiaca meccanica deve essere valutata attraverso la ricerca di segni di circolo.